lunedì 11 dicembre 2006

Considerazioni specifiche e poi generali. [primo post lungo da mesi a questa parte]

Mi capita alle volte di notare nei miei confronti un certo tipo di atteggiamento. Spiego.
Ci sono persone che ce l'hanno una volta ogni tanto, altre che lo assumono invece più frequentemente. Mi dicono qualcosa e in realtà sembra che mi dicano "oh, ma guarda che non sei mica la migliore del mondo, veh!".
...e chi ha mai preteso di esserlo?
Questi atteggiamenti dapprima mi scocciano un po', perchè spesso il motivo per cui mi viene detto il suddetto qualcosa quasi sempre è dovuto a un lato di me che viene criticato, ma che la persona che parla non ha mai dato segno di non tollerare, anzi spesso è proprio uno dei lati del mio carattere che sembra stargli più simpatico in tante situazioni.
Per alcune cose mi viene da chiedermi "ma davvero da fuori si nota solo questo aspetto? davvero questa persona mi giudica così?".
E quindi, scocciata da questa manifestazione di "disapprovazione", reagisco male e rispondo male.
Successivamente, queste cose mi feriscono terribilmente.
Mi rendo conto che in certi casi ho davvero esagerato. Tipo nel fare battute, o nel voler parlare con gli altri facendoli ridere, o nel fare l'ingenua, o nel recitare la parte della sbadata, e tante altre cose. Se ripenso quindi a certi episodi mi vergogno terribilmente delle mie esagerazioni. Ma il fatto è che spesso non esagero di mia spontanea volontà. Lo faccio perchè vedo che in un qualche modo fa piacere agli altri. Quando faccio l'anima del discorso, non lo faccio perchè mi piace mettermi in mostra o perchè voglio essere al centro dell'attenzione o perchè voglio che mi considerino figa o per altri motivi del genere. E se le persone che mi stanno vicine pensano che lo faccia per questo, o mi fanno credere di pensarlo dalle loro frasi, sembrando quasi "invidiose" [è un termine da presuntuosa questo, lo ben so, e non è quello che vorrei usare, ma non riesco a spiegare con una perifrasi nè con una parola più consona questa sensazione], beh mi ferisce a morte.
Io faccio la simpatica alla fine anche perchè sono sempre insicura. E lo dico sul serio, non lo dico per cercare approvazione o giustificazioni.
Non voglio essere al centro dell'attenzione a tutti i costi, ma vedere che gli altri apprezzano le mie battute, tanto per fare un esempio, mi fa sentire più accettabile, e sto meglio anche con me stessa. Chissà, forse non è così evidente a tutti, anche se a qualcuno a rigor di logica dovrebbe esserlo di più dato che mi conosce bene e sa che se mi metto "in mostra" delle due non è perchè sono egocentrica ma perchè lo sono troppo poco. Forse qualcuno crede che crescendo sia diventata una persona profondamente diversa. Chissà.
Sta di fatto che come in tante altre cose, la conclusione è sempre che finisco per star male anche delle cazzate. Alle volte ci sono frasi che uno mi dice magari senza darci troppa importanza, e io finisco per rimuginarci sopra per giorni e a sentirmi una merda per questo. Vabbe'. Che carattere del cavolo, però .____.
Per il resto, situazioni un po' tese in quesi tutti gli ambiti della mia vita. Forse gli unici che vanno lisci sono amore e lavoro (hai detto niente). Studio sono un po' in frenata (per via del lavoro che va molto bene) e questo mi innervosisce terribilmente. Finito l'ultimo laboratorio ero intenzionatissima a partire in quarta e a dare esami su esami per finire il secondo anno quasi in pari e invece tra sito della Sansilverio da riscrivere (l'urgenza non era così tanta ad essere sinceri, ma era più che altro una "sfida" con me stessa... imparare il php e finire il sito in due settimane e il grosso delle pagine di aggiornamento in poco più di tre mi ha dato davvero una soddisfazione incredibile) e il lavoro sopraggiunto prima per 3pix poi per Nextend mi ha fatto un po' ritardare i miei progetti universitari. Pazienza, quel che sto facendo mi piace molto, mi serve nell'ottica della mia futura carriera e alla fine anche se mi laureo a marzo invece che a dicembre non cambia niente. Il bello invece è vedere che quel che faccio piace, e mi piace fare quel che faccio, e tutti sono contenti che io lavoricchi nel campo in cui sogno di lavorare da sempre, e che quel che faccio mi dia soddisfazione. Soprattutto chi mi ha seguito fin dal nascere della mia passione per la grafica e il web, e ora vede i frutti che prendono corpo, è contento per me, e questo mi da una carica incredibile, che si somma ovviamente a quella che già ho per il semplice fatto di lavorare.
Per quanto riguarda l'amore, ridendo e scherzando, tra un film di Hitchcock e l'altro (il fallimento della Sala Borsa sta rallentando un po' il nostro progetto di esaurire la filmografia di Hitch, ciononostante con la visione de Gli uccelli di ieri sera siamo saliti a quota 11 suoi film visti), è passato un anno e mezzo da quando Fede ha deciso di sopportarmi. Gli ho spiegato che ormai la garanzia è scaduta e dovrà tenermi e se aveva avuto la tentazione di cambiarmi per qualche difetto di fabbricazione ormai è tardi. Non mi è parso particolarmente deluso o preoccupato.
Scherzi a parte, chiaro, ogni tanto si cade in qualche piccola discussione, ma in generale tutto procede abbastanza dritto, continuiamo a parlare bene, a trovarci al volo, a indovinare cosa pensa o fa l'altro ancor prima che agisca. In alcuni casi mi capita di pensare che al di là di tutte le manifestazioni d'affetto, che alcune volte sembrano ancora quelle di due persone che stanno insieme da poco visto l'entusiasmo, il dialogo che ho con lui è una parte fondamentale non solo del nostro rapporto ma proprio della mia vita. So che capisce quel che voglio dirgli, che sa come mi sento, che mi ascolta, che sa darmi i consigli giusti, e io spero di essere altrettanto per lui.
Per il resto, {notizie brevi dal mondo} a catechismo è sempre la solita storia [io faccio l'ortodossa e alcuni catechisti più adulti fanno i rivoluzionari... mah! chi avrà ragione? io pensavo di dover insegnare dottrina ai bambini, non di fare oratorio o ancor peggio la babysitter che gli occupa il sabato pomeriggio]; a calcetto fatichiamo a decollare [abbiamo tante potenzialità individuali ma purtroppo ci alleniamo un po'a corrente alternata e questo ci penalizza molto perchè purtroppo ovviamente al di là dei miglioramenti personali fatichiamo a giocare di squadra], cosa che ci demoralizza e innervosisce un po' tutte; ci sono certi rapporti della mia vita, anche importanti, che mi lasciano un po' perplessa [vorrei comportarmi magari diversamente o dire chiaro e tondo certe cose ma in alcuni casi non so come fare, in altri non me la sento di sollevare polveroni, e in altri ancora mi sento colpevole e quindi non in condizione di lamentarmi] e altri che mi fanno proprio incazzare [tipo scoprire che certe persone mettono in giro certe voci su di me con gente che nemmeno mi conosce]; e ci sono "fantasmi" {nel senso di figure, non vedo ancora la gente morta} che ritornano dal passato e che io affronto in maniera decisamente inconsueta [non più preoccupata di non saper gestire gli effetti che possono avere su me e la mia vita, perchè tanto comincio a capire che non posso pretendere di avere il controllo su tutto e tutti, e che se le cose devono andare in una certa maniera ci vanno comunque] e serena, e questo invece che portarmi a digrignare i denti ricordando il passato mi fa in fondo in fondo anche venire un po' di magone. Sarà anche che forse questa persona non rappresenta più una "minaccia", nel senso che stando con Fede sto così bene che non sento più il bisogno di riattaccarmici morbosamente [anche per farmi del male, s'intende], e questo mi fa essere tranquilla.
...
Mi servirebbe un po' di tranquillità generale, più che altro.
E' un periodo che dormo pochissimo, non tanto perchè - come forse pensa mio babbo - rientro tardi tutte le sere, quanto perchè spesso quando rientro mi metto a pensare alle cose che devo fare o mi metto addirittura a farle. Mi sembra spesso di non avere abbastanza tempo, di averlo perso facendo altre cose, e mi viene il panico di non riuscire a finire tutto per tempo.
Avrei bisogno di una ventata di tranquillità. E' paradossale pensare di aver bisogno di staccare in un periodo in cui lavoricchio solo e studio pochissimo [beh, mi riferisco all'università, perchè per conto mio sto studiando un sacco, tra php e due o tre libri sull'usabilità dei siti che mi sono comprata e sono dannatamente interessanti, ma ci vorrebbe anche lì il tempo di leggerli...], ma in effetti mi manca un momento di relax tutto per me {o per noi, visto che Fede rientra spesso nei miei progetti di relax}. Per tante cose che faccio ho un senso del dovere un po' crudele che mi spinge a dare tutta me stessa quando ho promesso la mia disponibilità. Alle volte sforo anche un po' finendo per fare cose che non mi competono direttamente, e mi chiedo se anche questo non dia fastidio a chi è fuori che magari mi crede un po' presuntuosa. Ma al di là delle questioni morali, impegnarmi sempre tanto in queste cose ogni tanto mi fa perdere di vista me stessa. Una volta era esattamente il motivo per cui mi impegnavo in tonnellate di cose: mi evitavano di pensare ai miei problemi. Ora invece sogno di poter staccare due giorni senza pensare "devo fare questo, preparare quest'altro, essere nel tal posto", senza dover dipendere dagli impegni.
Ogni tanto la sera mentre rientro a casa guardo il cielo stellato completamente terso, e c'è l'aria fredda che mi scorre sul viso, e io ripenso a quando quasi un anno fa ero immersa nelle Olimpiadi invernali di Torino e ogni momento era indimenticabile, oppure penso a quanto stavo bene quest'estate quando ho smesso di lavorare e mi sono fatta i miei giorni sparsi di ferie.
A quanto preferisco l'estate all'inverno, a quanto stavo meglio al caldo in spiaggia nelle varie località dove sono stata quest'estate [ho toccato 5 lidi diversi con Fede tra Cervia, Lido Adriano, Rimini, Porto Corsini e Vasto Marina], e a tutti i ricordi che ho messo insieme lì e negli altri posti in cui siamo stati, e questo desiderio di staccare si acuisce un po'. Lì non c'era catechismo, calcetto, studio, lavoro o impegni che tenessero. Per citare Cristicchi, c'era il sole, c'era il mare, c'era tutto quello che volevo avere... e mi bastava. Ora la mia vita sta prendendo tante direzioni, e sono quasi tutte direzioni che mi piacciono e che volevo prendere da tempo, ma il fatto che tutto si incanali verso il futuro riempiendo ogni istante delle mie giornate un po' mi spaventa e mi fa chiedere a me stessa se ce la farò.
Ma sì che ce la farò.
Quando uno si impegna sul serio ce la fa sempre.

[Post Scriptum. Lo so che state pensando "cacchio, se questa scrive così ogni volta che posta poco per tre mesi, c'è da augurarsi che scriva ogni giorno d'ora in poi!". gne gne gne. beh se non siete arrivati ancora a leggere qui, significa che ve ne ho lasciato abbastanza almeno per la prossima settimana :P]
[Post-Post Scriptum. Accidenti a chi ha inventato gli orsetti gommosi >_<]

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