lunedì 15 maggio 2006

La scema del villaggio.

Vorrei scrivere tonnellate di cose, dettate dalla rabbia.
Sapete la verità qual è? Che io nella vita mi sento una perdente.
Ha ragione Fede, ha sempre ragione.
E io sono una perdente di quelle che alla fine hanno sempre torto.
Mi viene in mente quando, qualche mese fa, ho detto in sua presenza che avrei mandato un sms a tutte le mie compagne per ricordare loro non ricordo cosa. E lui mi ha detto:
"Ma chi te lo fa fare? Non sei tenuta a fargli da balia. Possono arrangiarsi, sono grandi...".

Io quel che ho fatto quest'anno per loro non l'ho fatto perchè ero tenuta a farlo. Né perchè volevo fare "bella figura" col mister essendo la sua ragazza.
Quel che ho fatto l'ho fatto perchè ci tenevo. Il fatto di cercare gente, di mandare messaggi di tasca mia a tutte, di parlare con chi non si faceva vedere, di mettere in guardia le altre quando il mister era innervosito, non rientrava nelle mie mansioni. Io in campo non sono mai stata "la ragazza di Fras". Il massimo che sono stata è il vice vice capitano.

Gioco in una squadra a cui tengo. Tanto. Tengo alla squadra, alle giocatrici, alla società.
All'allenamento di ieri, tra una "confessione" poco chiara e una chiacchierata con la Frà, sono venuta a scoprire di un progetto che coinvolge una persona che aiuta la squadra e qualche giocatrice che l'anno prossimo ha deciso di diventare ex, e all'insaputa di chi nella squadra c'è da sempre o, nel mio caso, comunque da più tempo delle altre. E ovviamente, all'insaputa dell'allenatore.

Perchè la cosa sia stata tenuta nascosta e spunti fuori solo alle porte della riunione di fine anno, francamente mi sfugge.
La motivazione della fuga, e le richieste alle altre giocatrici se volevano scindersi anche loro, francamente mi sfuggono ancora di più.

Sta di fatto che sono la penultima che l'ha scoperto e avrei preferito saperlo per prima.

Avrei "sofferto" meno se avessero avuto i coglioni di dirmelo in faccia. Non dico che le avrei incoraggiate, ma quasi. E sicuro non ci sarei rimasta così male. Garantito al limone.
Infatti non critico assolutamente la loro scelta, ma la modalità di azione.
Fare le cose così di nascosto è brutto, finiscono proprio per dare l'impressione che dicono di voler evitare. Anche perchè è solo in questo modo che tutto quanto ha preso la dimensione del "complotto".
Sono sicura che la loro idea non era di far del male a nessuno, ma se me lo dicono all'ultimo momento, sembra davvero che non glie ne importi niente dell'impegno degli altri. Sono sicurissima che non è loro intenzione andarsene sbattendo la porta, perchè sono certa che altrimenti avrei sentito nell'aria che qualcosa non andava.

E poi c'è anche questa storia che non mi hanno detto niente sapendo che ci sarei rimasta di merda. Pensavano che non dicendomelo me la sarei presa di meno? Credo che ci potesse arrivare anche il mio comodino, che così non sarebbe stato. Ho visto molto dispiaciute le ragazze con cui ho parlato in spogliatoio. Ma sono convinta che debbano prendersi un po' di responsabilità della scelta adesso, e non incolparsi a vicenda. Capisco il non voler parlare di una cosa se non era niente di definitivo, mi sta bene, ma se hanno deciso di andarsene, crederanno nel loro progetto, e quindi quantomeno devono essere in grado di difendere le loro ragioni, non solo di accampare scuse in cui ognuno sostiene che lo voleva dire ma gli altri non volevano. E io voglio delle motivazioni. Voglio sapere il perchè di tutto questo putiferio. C'era proprio bisogno di fare tutto questo casino, porca puttana?

Il mio problema è che mi faccio sempre coinvolgere troppo. Dimentico che non abbiamo tutti la stessa idea. Io ci tengo in un modo, le altre ci tengono a modo loro. Ma quando me lo sbattono in faccia così, mi fa male ricordarmelo.
Mi sento molto responsabile del gruppo perchè ho contribuito tanto a ricrearlo, mi sono impegnata tanto, e mi sento cogliona, per questo.
Qualcuno (una) mi ha detto che "non si è mai coglioni quando ci si butta in qualcosa".
Invece purtroppo l'esperienza mi insegna sempre il contrario, più vado avanti più mi capita di prenderlo nei denti quando mi butto in qualcosa. E ogni volta mi dico "la prossima volta mi faccio furba e mi faccio coinvolgere meno" e regolarmente lo prendo nei denti di nuovo perchè sono fatta così.

Ho il segreto timore di essermi autoillusa, alimentando l'entusiasmo delle altre. Sì, mi sono illusa di poter far nascere in loro il mio stesso amore per la causa, cercando di contagiarle col mio entusiasmo per la squadra. Mi rendo conto di aver sbagliato molto, e che l'onda del loro entusiasmo è durata poco.
Se solo lo avessi capito in tempo, ora non mi sentieri così irrimediabilmente cogliona. La solita cogliona che impara sempre le cose per ultima. La solita cogliona che si fida troppo degli altri, che si sente amica di tutti, e a cui gira che ti rigira viene sempre ricordato in maniera brusca quali sono le persone sulle quali in vita sua può contare veramente.

"Io alla squadra ci tengo".
Eh no.
IO ci tengo.
Voi ci tenete a far balotta.
Io tengo alla squadra e da questa squadra me ne andrò solo il giorno che smetto di giocare. Questo è tenerci alla squadra. E non sono nemmeno una di quelle che l'ha iniziata, fa' te! Penso alla Frà, il mio capitano, che rischia la salute per giocare...

Beh alla fin fine non è che sia morto nessuno. Loro sono liberissime di scegliere dove giocare, e non è questo che mi crea problemi. Se avessi saputo per tempo che avevano dei problemi concreti, addirittura avrei potuto essere io a consigliare loro di provare a giocare altrove, se la questione è davvero irrisolvibile. Ma quando ho la sensazione di essere una cogliona ad affezionarmi alla gente e a credere subito a quel che mi dice, e che la causa di tutto questo buridone sia semplicemente il prurito di provare qualcosa di nuovo che sembra molto più allettante, allora mi sento irrimediabilmente una boccalona.
E allora aveva davvero ragione Fede.

Un grazie grande così a chi la pensa come me e ha deciso di restare perchè crede nella trasparenza.
Mi dispiace andarci giù pesa, ma sono profondamente delusa.

PS: La citazione colta dell'ultimo post che nessuno ha indovinato era dal cult movie "Robin Hood - un uomo in calzamaglia". Peccato che non l'abbiate indovinata! Ma il che in effetti è un bene, perchè le raviole della mamma ce le siamo mangiate tutte. ^_^

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