lunedì 20 settembre 2004

Sfighe incredibili in periodo stupendo: chi vince?

"E' sempre meglio di un calcio nel sedere".
Mah.
Io, personalmente, preferirei il calcio.
A cosa?
Alla serie di sfighe che mi sta capitando da qualche giorno... o meglio, alle soluzioni di fortuna con cui sono costretta a compensare questa serie di sfighe.
...diciamo che se mi fossero capitate anche solo un mese fa, non avrei esitato a tirarmi un colpo in testa.
Quindi, ben vengano in questo periodo... ma sarebbe carino se non venissero proprio.
Perche' vorrei avere almeno il diritto di essere felice quando mi capitano delle cose belle, senza che subito sopraggiungano sfighe enormi che tentano di eguagliare o superare la mole di cose positive.
Vorrei tanto avere i soldi per riparare il cellulare, rotto ormai da mesi.
E invece serviranno per la macchina.
Vorrei tanto non aver fatto un tamponamente assolutamente cretino sabato sera, spaccando la freccia della Punto di mamma, cosa che comportera' la riparazione a mie spese della botta di sabato nonche' di un'altra che avevo fatto in passato ed era rimasta ...irreparata.
Vorrei tanto non aver trovato al mio rientro il monitor, se cosi' si puo' chiamare, del mio adorato portatile completamente spaccato e sanguinante cristalli liquidi. Tra l'altro, non e' colpa di nessuno, a quanto pare, e dentro di me mi ripeto che qualunque essere umano dotato di ragione si incazzerebbe come una belva con coloro cui ha permesso di usare il portatile in sua assenza, portatile che in effetti e' una delle cose a cui me tiene piu' di ogni altra, dacche' era frutto di risparmi e sudore della fronte... ma io non riesco ad incazzarmi, riesco solo a piangere con il cervello spento.
Non voglio crederci.
Non voglio arrendermi, voglio continuare a fregarmene e ad essere felice, perche' a parte questa serie di sfighe, per qualche imperscrutabile disegno superiore le cose fondamentali della mia vita stanno prendendo una strada ottima che mi piace un bel po'. Una strada pulita e dritta, di terra compatta, che mi fa impazzire.
Invitante.
Una strada che ho proprio una voglia matta di prendere.
Nuovo lavoro, nuovi studi, nuovo campionato, nuovo uomo, finalmente sensato.
Ma ho un tantino paura.
Ho paura di rompere tutto quello che tocco.
Se guardo la chiazza nera del display, e le crepe che corrono lungo la plastica coi cristalli liquidi che ci ballano intorno, ho paura che questa serie infinita di sfighe non si fermi e inglobi la mia bella felicita' pulita.
Ho paura che si rompa pian piano tutto, e che i soldi che ho mi bastino appena a riparare le cose indispensabili. Che i miei progetti, come anche solo gli studi, vadano tutti a puttane solo perche' non me li potro' piu' permettere.
Ma che palle.
Possibile che io non possa semplicemente vivere serena senza dovermi continuamente preoccupare di qualcosa?!?!?!?!?!?!?!!?
Eccheccazzo.
Intanto, continuero' imperterrita a ringraziare Dio di avermi mandato queste cose cosi' belle.
E poi... boh, comincero' a inventarmi qualche modo per guadagnare rapidamente soldi per riparare tutta sta roba.
Tipo elemosinare suonando in centro.
Vado ad accordare la chitarra.
Se nei prossimi giorni dovessi essere assente per un po', sapete gia' il perche'.
No, siocchi, non perche' vado a suonare in centro!!! ma perche' il mio povero portatile Diota sara' in clinica.
Sigh.
Secondo me sta soffrendo come una bestia.
Mai quanto me, pero'.
Bacini a tutti e se vi scappa, dite una preghierina per me.
PS: un "grazie di esistere" grosso cosi' al mio omino. Senza di lui veramente sarei persa. Grazie, grazie, grazie. E un ciao... ^___^ lui capira'.
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Canzone del giorno:
Turn the page, by Chantal Kreviazuk
Parola del giorno: Ikea
Frase del giorno: "Sorridi. Domani sara' peggio." {una delle leggi fondamentale di Murphy}

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