domenica 29 giugno 2003

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la strada e' inconfondibile, anche se hanno costruito una casa nuova... anche se per costruirla hanno sradicato il melo selvatico di cui tante volte abbiamo mangiato i frutti, piccoli, saporiti, farinosi e un po' aciduli... anche se la strada una volta non era piu' asfaltata dopo il cimitero, mentre invece ora la striscia nera lucente arriva fino all'ultima salitina prima che si intraveda la casa...
Barbarolo. vicino Loiano, provincia di Bologna. diciannove anni che vedo Villa Ada, la casa della mia parrocchia di cui i miei sono responsabili e la gestiscono per i campi. dalla mia infanzia che ci passo praticamente ogni agosto. mio padre l'ha vista rinascere dal fienile che era alla casa rustica che e' ora...
e quando arrivi, il profumo e' inconfondibile. e' un profumo che mi prende al cuore. il profumo della casa e' diverso da quello fuori. vorrei poterlo rinchiudere da qualche parte, e' un balsamo per la mia anima, e' un concentrato di ricordi... e' indescrivibile... fuori, la paglia... l'erba tagliata... le ciliege a terra... il pruno... il noce, le acacie... l'odore della campagna bagnata di sole tutto il giorno... quel sottile odore di qualche catasta di legna che ha appena finisto di bruciare, in una casa vicina... e dentro e' odore di casa, e' odore di famiglia, di amici, di estate felice, i pomeriggi noiosi passati a studiare, i film rivisti cento volte in un'estate quando pioveva... io ero li', l'estate in cui si sono rotti i tubi e abbiamo dovuto rivoluzionare cucina e salone per ripararli... e l'armadione-dispensa in cucina, un mastodontico mobile che pareva inamovibile, e' stato svuotato e spostato, e tutti gli alimenti erano stati messi in una camera, che ancora oggi viene chiamata "la Coop"... io ero li' l'anno scorso quando abbiamo cambiato l'arredamento delle camere, e ho montato gli armadi nuovi... io ero li' quando anni fa abbiamo cambiato la cucina, prendendo quella usata dell'hotel Madison di Cervia, l'hotel di Giorgio e le Germana, dove io passo le vacanze al mare... io ho fatto campi li' con il mio gruppo della parrocchia ma anche con tanti gruppi dei miei, quando ero piccola e facevano catechismo... conosco ogni angolo, in casa e fuori, ho visto vent'anni della storia di Barbarolo, ho visto il paese svuotarsi, da quando sono cominciati i lavori dell'alta velocita', ho visto morire la mitica vecchia del bar, la signora Dina che gestiva eroicamente un negozio di alimentari che si mormorava sorgesse li' da prima della Creazione [e a riprova enivano esibiti alimenti comprati dalla Dina, la cui data di scadenza forniva una prova inequivocabile della longevita' della signora...] ... ho visto miriadi di insetti diversi... di Villa Ada conosco ogni rumore... conosco il cigolio delle reti dei letti, quello dell'anta dell'armadione in cucina, il ronzio del frigo e il ticchettio dell'orologio in cucina, unici rumori della notte, insieme a quello dei grilli d'estate... li' mi sono presa tante cotte, li' ho passato tanti capodanni, li' ho perso tanti denti, partendo per Barbarolo ho avuto la mia prima mestruazione e la seconda l'ho avuta il giorno del ritorno a casa... a Barbarolo mi sono fatta il primo taglio da autolesionista... Barbarolo e' una fetta, molto grossa, della mia vita, e tornarci oggi pomeriggio, prima di questo agosto, mi ha dato un misto di dolcezza e di malinconia... dolcezza per i ricordi infantili, i giochi nel sole, il profumo di buono, il toscano della Vecchia spalmato di Nutella... malinconia perche' e' una sensazione che non riesco proprio a togliermi di dosso...e poi anche all'idea di non sapere come uscire da questo periodo... all'idea che mia madre sembra sempre avercela con me, e io non riesco a capire perche', e non riesco a reagire e a comunicare con lei... malinconia perche' ho fatto una maturita' stupenda, ma non mi daranno mai cento... malinconia perche' non vedo l'ora di andare su ad agosto, ma so gia' che un giorno perdero' Barbarolo, che un giorno non respirero' piu' il profumo di buono, dentro e fuori, che non rientrero' piu' a casa dopo la festa del paese addormentandomi tra le coperte ruvide che pungono un po' anche sotto il lenzuolo... che non faro' piu' le chiacchierate al telefono di sera in terrazza con la Fla che mi chiama da Cupra e lo scoiattolo che bercia dal ramo tirandomi le noci perche' lo disturbo... che non guardero' piu'il film della sera con i Sassoli sdraiata su una coperta in salone... non cenero' piu' in cucina coi piatti di plastica... non correro' piu' nel campo di grano... un giorno tutto questo finira'. crescere significa anche saper accettare dei cambiamenti... ma io ci sono cose della mia vita che vorrei proprio tenere come sono. un po' come una sorta di rifugio dal resto del mondo, il mio guscio.
e Barbarolo e' decisamente una di queste.
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