venerdì 18 maggio 2007

fine (almeno momentanea) della mia carriera calcistica.

Martedì sera la mia squadra di calcetto si è sciolta.
(Eh, il caldo... ok, scusate -_-")

Abbiamo fatto una riunione un po' deprimente, in cui a turno ognuna ha detto che l'anno prossimo non ha più voglia di continuare. La cosa mi ha intristito un bel po'.
La verità è che coltivavo la speranza di avere un nucleo di giocatrici rimaste attorno a cui ricostruire la squadra (di fatto c'è ma siamo in ...due XD), ma sapevo benissimo dentro di me che sarebbe esattamente finita così.

Alla riunione non ho detto quasi niente delle cose che scriverò, e non credo dirò niente se non qui sul blog. Perchè alla fine il rapporto calcistico con queste persone ormai è terminato, e io trovo sempre inutile discutere di qualcosa quando non ci puoi più fare niente. Non mi va di sollevare poveroni inutili: l'unico rapporto che mi è rimasto con queste persone è il rapporto umano, che è sempre stato e rimane buono, senza rancore, mentre quello calcistico è già finito e archiviato e non va riaperto.

Tante cose mi bruciano. L'atteggiamento di qualcuno che se n'è andato con delle pretese quando alla squadra e alla società ha dato il proprio impegno a fasi alterne. Il fatto che qualsiasi cosa io dica non risulti credibile perchè sono la morosa del mister e quindi è per quello che lo dico ed è per quello che mi faccio il culo {quando in realtà sia io che lui il culo ce lo siam fatto per tenere sempre separata la sfera affettiva dal campo}. Il fatto che come al solito i problemi ci sono anche durante l'anno e la gente ha le palle di dirlo solo alla fine, quando magari certe cose dette prima sarebbero anche risolvibili, o quantomeno chiaribili. Il fatto che, avendo vissuto quest'anno sia dal punto di vista delle mie compagne di squadra, sia da quello del mister, mi rendo conto davvero che nessuna o quasi di noi ha mai provato a mettersi nei panni dell'allenatore, nè ha mai provato a dare a lui e alla squadra almeno un minimo equivalente di quello che pretendeva in cambio. Ricordo Fede più di una volta ancora in divisa, arrivato in panchina di corsa da una sua partita senza nemmeno avere il tempo di farsi una doccia. Ricordo il fatto che più di una volta avremmo voluto andare via o fare altro in occasione di un allenamento o una partita, ma che per rispetto delle altre alla fine ci siamo sempre stati. Ricordo che la sera in cui festeggiavamo un anno e mezzo cadeva lo stesso giorno di un allenamento infrasettimanale; Fede per una volta ha provato a spostarlo, dato che l'allenamento infrasettimanale viene spesso spostato quando manca della gente, ma alla gente non andava bene spostarlo quella volta; e non è che non siamo andati ad allenamento, non abbiamo festeggiato (poco male, direte voi, e poco male dico anch'io, sia chiaro. Non era chissà che ricorrenza. E' solo per fare un esempio.). Ricordo la sera del mio compleanno, che era di domenica: il discorso è esattamente identico, avrei potuto andarmene a fare altro ma all'allenamento c'ero (ho pure portato la torta). Ricordo quando quest'anno avevo un nervo/muscolo/sobeniocosa infiammato nella schiena ed ero appena diventata ufficialmente capitano, e ho ritenuto più opportuno esserci ad allenamento e all'amichevole col Medicina, perchè era un periodo in cui eravamo poche e sapevo che se mancavo le altre non avrebbero potuto fare allenamento per bene... eppure vi giuro che con quel male non respiravo, perchè gonfiavo la cassa toracica a metà e se provavo ad andare oltre mi sembrava che ci fosse la mia spina dorsale che mi faceva i voodoo.
E d'altro canto ricordo un allenamento in tre dopo una sconfitta memorabile, la peggiore della stagione. Ricordo gli allenamenti in metà della gente durante tutto l'anno. Ricordo una lamentela per una partita persa quando all'allenamento prima eravamo partite in tre e poi si è fatta male una delle poche che quest'anno si è impegnata sul serio (l'altra delle poche ce l'avevano fatta fuori due settimane prima le ragazze del Medicina slogandole una spalla) e siamo rimaste in due, e buona grazia se abbiamo combinato qualcosa con la squadra di Vins con cui ci stavamo allenando (anche se a dire il vero sono loro ad averci involontariamente fatto fuori la nostra unica giovane speranza rimasta con un intervento assassino).

E alla fine dell'anno mi sento dire che la squadra non continua più perchè non sente lo stimolo.
Beh, avrei tanto voluto dire a tutte che ho sentito ripetere tutto l'anno che eravamo una squadra piena di individualità con un grande potenziale, e, mi spiace dirlo, siamo rimaste tali ed è tutta colpa nostra. Il potenziale andava sviluppato, perchè nessuna di noi era Maradona, e nessuna di noi si era svegliata sapendo già giocare a calcio. Potenzialità è un conto, realtà un altro. Anche io potenzialmente sarei stata una grande karateka. Il mio sensei mi ha rotto i coglioni per anni per farmi fare le gare e farmi passare all'agonismo (e lui è uno che ha allenato diverse campionesse nazionali, non uno scappato qualsiasi), ma non l'ho mai fatto.
Se ci fossimo allenate insieme con umiltà ascoltando almeno ogni tanto quello che ci diceva l'allenatore, avremmo almeno fatto qualcosa per passare dalla potenzialità alla realtà. Ma quest'anno non l'abbiamo mai fatto. Abbiamo sempre preteso tanto, ma alla squadra abbiamo dato poco, quando l'unica cosa che era in nostro potere fare era impegnarci allenandoci bene. Sarò io che sono fatta strana, e che lo sport mi piace proprio perchè più mi impegno più miglioro.
Per quanto mi riguarda, tenerci alla squadra significa essere disposta a mettere tutto il mio impegno per il suo bene, anche quando pesa e non solo quando è facile. Tenere alla squadra non significa che voglio bene a tutte o quasi le mie compagne di squadra. E tenerci tanto non significa che non andrei mai a giocare da un'altra parte perchè loro sono le mie amichette del cuore.
Significa che si lavora insieme, che ho rispetto del lavoro di tutte, ancor più ne ho per l'allenatore (e qui non sta parlando la morosa del mister, porcaputtana, sta parlando una che è cresciuta facendo sport individuale 4 anni con un allenatore che la puniva se solo non ascoltava, ed è venuta su con il rispetto per l'autorità, povera illusa...), e significa che do il mio impegno per il bene comune anche quando mi costa.
Onestamente mi viene un nervoso cosmico quando penso che veramente agli ultimi allenamenti eravamo in tre e sento della gente dire che aveva smesso di venire ad allenamento perchè non lo viveva come un divertimento ma come un peso.
Accidenti, io invece mi divertivo tanto a ritrovarmi in tre ad allenamento, con la gente che manco si degnava di avvisare che non veniva, quando invece se lo avesse fatto avremmo saputo per tempo che potevamo andarcene a fare altro e non avremmo fatto spendere un puttanaio di soldi alla polisportiva per una palestra inutilizzata (cha fa andare il bilancio in rosso, oltretutto).
E tra parentesi, se proprio pensate che mi impegnassi così tanto solo perchè ero la morosa del mister, vi do una dritta: sto molto meglio a casa col mio moroso sul divano a guardare Hitch se so che ci posso stare, e non a correre in pantalocini da sola come una cretina.

{scusate l'eternità dello sfogo. avrei avuto da raccontarvi di una gita a Modena invece che al mare, di fragole che mantenevano la promessa di essere dolcissime, di mezzo autobus di ritorno da scuola innamorato di me... e del fatto che oggi ho avuto il coraggio di chiedere ufficialmente a Pedroni di diventare il mio relatore per la tesi...ma sarà per un'altra volta.}

Nessun commento:

Posta un commento